02 settembre 2024 lunedì 22’ settimana P.A.  B– LUCA 4,16-30 “Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 4,16-30

+ In quel tempo, Gesù venne a Nàzareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore

Mediti…AMO

Siamo dopo i vangeli dell’infanzia e dopo le tentazioni di Gesù, che si concludono con il ritorno in Galilea “nella forza dello Spirito”, quando “la sua fama si diffuse” e “insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi” (Lc 4,14-15).

E, l’Evangelista Luca “ha ripreso” Gesù che si reca a Nazareth, ed entra come al suo solito, nella sinagoga, in giorno di sabato, e legge un brano del Profeta Isaia, dal rotolo che gli aveva porto l’inserviente.

Si trattava di una chiara profezia che era stata scritta, diversi secoli prima, proprio per annunciare non solo la sua venuta, ma la missione messianica che il Signore doveva compiere: quella di annunciare ai poveri qualcosa di lieto, proclamare la liberà ai prigionieri, la vista ai ciechi il sollievo agli oppressi il bene a tutti.

La narrazione coinvolge con una serie di azioni che portano alla citazione del profeta Isaia: Gesù si alza, riceve il libro, lo srotola, legge, poi lo arrotola di nuovo, lo restituisce e torna a sedersi.

Gesti ordinati che invitano a sostare sulle parole lette e sulla reazione di chi ascolta “gli occhi di tutti erano fissi su di lui”.

Con tutta probabilità la sua stessa voce deve aver lasciato trapelare qualcosa di molto importante, tant’è che, il testo dice, che nella sinagoga “gli occhi di tutti stavano fissi su di Lui” .

E qui avviene l’imprevedibile: dalle sue stesse labbra esce l’affermazione che divide in certo senso la storia del mondo, in “un prima e in un dopo”.

Gesù proclama che quella parola profetica proprio lì, in quel giorno si è adempiuta.

Il lungo tempo dell’attesa si è compiuto “…oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi”.

Gesù si presenta, dicendo che Egli è l’inviato, il Messia, Colui sul quale è lo Spirito, Colui che viene per liberare l’uomo.

Non è più soltanto il figlio di Giuseppe o un consolatore qualsiasi, ma è il Cristo, l’Unto di Dio.

È lui il Messia promesso e annunciato, con Lui la salvezza è giunta.

E, quando Dio si rivela, l’uomo, ogni uomo assume una nuova dimensione.

“Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi”.

L’accoglienza del consacrato dallo Spirito Santo fa sì che l’uomo che accoglie la parola prenda parte a questa consacrazione.

La rivelazione di Gesù nel suo ruolo di Messia e di Salvatore è la rivelazione dell’uomo giustificato dallo Spirito.

L’uomo che accoglie la parola, che crede, diventa, in lui, a sua volta, ciò che egli è.

Sì, oggi si è compiuta questa parola della Scrittura che voi avete ascoltato, può compiersi se credete che Gesù di Nazareth è colui che è stato inviato da Dio.

Per secoli Israele ha aspettato il Messia che avrebbe liberato il popolo dalle sue afflizioni.

E ora, nella sinagoga di Nazareth, quell’uomo che tutti conoscono, Gesù, l’artigiano, il figlio di Giuseppe e Maria, afferma che questa profezia si è compiuta.

Gesù viene a “evangelizzare”, a dare la buona notizia che Dio ha avuto misericordia degli uomini, notizia che viene accolta con gioia dai “poveri”, cioè da coloro che non confidano nei propri beni e meriti, ma nella bontà e misericordia di Dio.

Egli viene a liberarci dalla schiavitù del peccato e dalla morte eterna, alla quale il diavolo ci aveva sottomessi; ad aprire i nostri occhi ciechi perché possiamo conoscere la verità; a darci un cuore pulito, con cui amare Dio e gli altri.

Egli viene a proclamare “l’anno di grazia del Signore”, il tempo della misericordia e della redenzione, che egli inaugura e che durerà fino alla fine del mondo.

Gli abitanti di Nazaret hanno davanti agli occhi il salvatore annunciato e atteso da tanto tempo, ma non ci credono del tutto.

Chiedono che il loro concittadino confermi le loro parole facendo qualche miracolo meraviglioso come aveva fatto in altre città vicine, ma Gesù non acconsente alla loro richiesta.

Oggi siamo noi a ricevere questa grande notizia: Dio ci ama così tanto che ha mandato il suo Figlio unigenito per redimerci, per salvarci dal peccato.

Ci ha dato la possibilità di diventare figli di Dio per grazia. Ha aperto le porte del cielo per noi.

Ha detto un grande Pontefice, Giovanni XXIII:

  • “Ci porta il Signore; Egli ci porta come siamo e con ciò che abbiamo: con le ricchezze sue in noi e con le nostre miserie.”

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!