02 luglio 2024 martedì 13’ settimana P.A.  B – MATTEO 8,23-27 “…SI alzò, minacciò I VENTI E IL MARE…”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 8,23-27

+ In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

La Chiesa, comunità dei discepoli di Gesù, ha provato fin dal suo inizio la verità dell’incarnazione del nostro Salvatore, immerso nel fondo del mare biblico, simbolo di tutte le forze che ci combattono, dove dobbiamo avanzare noi che lo seguiamo.

E la comunità sa bene che ci sono momenti nella vita, in cui abbiamo l’impressione di affondare.

A volte a causa dei nostri sbagli, delle nostre scelte, dei nostri peccati.

A volte, invece, perché travolti da eventi non previsti che ci mettono a durissima prova.

Nei vangeli l’immagine della barca si riferisce alla comunità che si trova ad attraversare il mare tempestoso della Storia, travolta dalle persecuzioni del mondo ma anche dall’incoerenza dei propri membri.

E questo insieme di cose fa si che sembra che il male e la tenebra prevalgano.

Il mare, nella letteratura biblica, è un luogo misterioso, abitato da mostri terribili.

Ma, questo è lo stupendo messaggio del vangelo: ANCHE NELLE SITUAZIONI PIÙ DISPERATE IL SIGNORE CI VIENE INCONTRO.

Ma vediamo bene il testo.

Matteo scrive per i giudei convertiti degli anni settanta che si sentivano persi, come una barca in mezzo al mare in burrasca, privi della speranza di poter raggiungere il porto desiderato.

E Gesù dorme nella barca, e per loro sembra che nessun potere divino venga a salvarli dalla persecuzione.

Dinanzi a questa situazione di disperazione e di angoscia, Matteo raccoglie diversi episodi della vita di Gesù per aiutare le comunità a scoprire, nel mezzo di una apparente assenza, la presenza accogliente e potente di Gesù:

  • il vincitore che domina il mare (Mt 8,23-27),
  • che vince e scaccia il potere del male (Mt 9,28-34)
  • e che ha il potere di perdonare i peccati (Mt 9,1-8).

Con altre parole, Matteo vuole comunicare la speranza e suggerire che le comunità non hanno motivo di temere.

Ecco il motivo della narrazione della tempesta calmata del vangelo di oggi.

Matteo segue il vangelo di Marco, ma lo abbrevia e lo inserisce nel nuovo schema da lui adottato.

In Marco, la giornata era stata molto pesante a causa del lavoro svolto.

Terminato il discorso delle parabole (Mc 4,3-34), i discepoli portarono Gesù in barca ed era talmente stanco che si addormentò su un cuscino (Mc 4,38).

Il testo di Matteo è ben più breve.

Dice solamente che Gesù entrò nella barca ed i discepoli lo accompagnavano.

Gesù è il Maestro, i discepoli seguono il maestro.

E la situazione diviene disperata, tanto che i discepoli gridano “Salvaci, Signore! Siamo perduti!”.

E, badiamo bene, non dicono “Maestro!”, ma “Kyriòs”, ovvero “Signore!”

Il termine è espressione di una consapevolezza “pasquale”.

Gesù è il Risorto dalla morte e può ben vincere la tempesta delle più gravi prove.

Ma per capire questa tempesta, bisogna conoscere la geografia della Palestina, che ci dice che il lago di Galilea è vicino ad alte montagne.

E, a volte, tra le feritoie delle rocce, il vento soffia forte sul lago causando una tempesta repentina.

Vento forte, mare agitato, e la barca che subito diventa piena d’acqua.

I discepoli erano bravi pescatori, per cui, se pensavano che stavano per affondare, vuol dire che la situazione era veramente degna di attenzione.

Però Gesù non se ne rende conto, e continua a dormire, o forse vuol saggiare la loro fede!

In Matteo, il sonno profondo di Gesù non è solo segno di stanchezza.

E’ anche espressione di fiducia tranquilla di Gesù in Dio Padre, ed è quella stessa fiducia che vuol instillare in loro, calmando la tempesta.

Subito ci corre alla memoria che, l’episodio della tempesta calmata, evoca l’esodo di Israele dall’Egitto, quando gli israeliti, senza paura, passavano tra le acque del mare (Es 14,22).

In questo episodio Gesù ricrea l’Esodo ed evoca il profeta Isaia (Is 43,2) che ricordava la Promessa di Dio alla gente “…se dovrai attraversare le acque, sarò con te!”.

Ma l’episodio della tempesta calmata evoca e realizza la profezia annunciata nel Salmo 107,23-30:

Coloro che solcavano il mare sulle navi, e commerciavano sulle grandi acque videro le opere del Signore, e i suoi prodigi nel mare profondo.

Egli parlò e fece levare un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.

Salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; la loro anima languiva nell’affanno.

Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, tutta la loro perizia era svanita.

Nell’angoscia gridarono al Signore, ed egli li liberò dalle loro angustie.

Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare.

Si rallegrarono nel vedere la bonaccia ed egli li condusse al porto sospirato”.

Fratelli e Sorelle, chiediamo quindi al Signore, che ci dia l’opportunità di salire a bordo con Lui e di percepirne la Sua Presenza nella Fede, soprattutto nel momento in cui, quando, per purificare e accrescere il nostro credere, sembra proprio dormire.

E noi gli promettiamo che non alzeremo in cielo, le nostre grida spaventate, per svegliarlo.

E chiediamogli, con il cuore confidente, che ci tenga nella barca insieme a Lui, e che ci doni quella certezza granitica, che la vittoria che vince ogni tempesta è LA FEDE.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!