“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 20,11-18
+ In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il quarto evangelista racconta l’esperienza pasquale di Maria di Magdala, che ha vissuto con i discepoli il dolore della separazione e dell’esclusione quando Gesù si è ritrovato solo con le sue sofferenze e con la morte.
La sera del venerdì santo, le autorità restituiscono il suo corpo ormai senza vita.
Giuseppe di Arimatea e Nicodemo lo portano alla tomba.
Se la sua tomba e il suo corpo dovessero essere tutto quello che resta ai discepoli, potrebbero diventare il pegno del ricordo, il luogo della commemorazione e il centro di una comunità legata a una reliquia.
La povera Maria Maddalena rappresenta il modello di colei che ha conosciuto LA MISERICORDIA E LA COMPASSIONE del Signore Gesù.
La sua splendida femminilità ha ricolmato di attenzioni la vita del maestro.
Ora il suo è un dolore inconsolabile, e pensa di avere perduto anche la possibilità di abbracciare il corpo del suo amato Signore.
Maria non riesce ad abbandonare il sepolcro, non riesce a farsi una ragione del suo lutto, è così triste dall’avere perso Dio da non accorgersi che egli è lì accanto a lei!
Può succedere, nella nostra vita, di essere travolti da eventi inattesi, da enormi sofferenze, da delusioni cocenti.
In quei momenti a prevalere è il senso di vuoto e la morte interiore, e preghiamo Dio come se Dio non ci fosse.
La fede viene come travolta e spenta dalla disperazione.
La morte del suo grande amico spinge Maria Maddalena a perdere il senso della vita.
Ma ella non si arrende nella ricerca, e si reca al sepolcro per incontrare di nuovo Colui che la morte le ha rapito.
Ci sono momenti nella vita in cui tutto si sgretola.
Sembra che sia finito tutto.
Morte, disastri, dolori, delusioni, tradimenti.
Tante cose che possono farci mancare la terra sotto i piedi e che possono spingerci verso una crisi profonda.
Ma avvengono anche altre cose che possono ridarci speranza e può farci scoprire che l’amore è più forte della morte e della sconfitta.
Maria è in lacrime vicino alla tomba, non sente nulla dell’esultanza pasquale, né della risurrezione.
Tanto che nemmeno nota gli angeli seduti, uno al posto della testa e l’altro al posto dei piedi di Gesù.
Maria Maddalena parla con Gesù senza riconoscerlo.
Esattamente come i discepoli di Emmaus, che camminavano affianco al Signore Gesù, ma non lo riconobbero.
Lo stesso succede a Maria Maddalena.
Lei vede Gesù, ma non lo riconosce, tanto che pensa sia il guardiano dell’orto.
E, come hanno fatto gli angeli, anche Gesù le chiede “…perché piangi? …chi cerchi?”
Maria maddalena risponde “…se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai messo e io andrò a prenderlo“.
Cerca ancora il Gesù del passato, lo stesso di tre giorni prima.
E, forse è proprio l’immagine del Gesù del passato, ciò che le impedisce di riconoscere il Gesù vivo, presente dinanzi a lei.
Vuole sapere dove lo hanno messo, assicurarsene, tenerlo e restare vicino a lui…
È in questo momento che Gesù pronuncia il suo nome “….Maria!”
E’ il segnale di riconoscimento: la stessa voce, lo stesso modo di pronunciare il nome.
E, finalmente, i suoi occhi si aprono, perchè sente il timbro di quella voce che le è familiare: il suo Signore è vivo!!!
E così si compie ciò che diceva la parabola del Buon Pastore (Gv 10,3.4.14):
- “…Lui le chiama per nome e loro riconoscono la sua voce”.
- “…Io conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono la mia voce”.
Ma subito il Signore le dice “…noli me tangere!!!” (riprendendo la traduzione in latino della Vulgata di san Girolamo, tra il IV e il V secolo).
Si….Maria è di fronte a Gesù stesso… MA EGLI ORA È IL CRISTO!
E il suo modo di stare insieme a lei non è lo stesso di prima.
Tanto Gesù le dice “…non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre!”
È il perentorio comando di Gesù a Maria, che vorrebbe trattenerlo per sé, abbracciarlo, donargli calore, affetto e amore come ha fatto per tre lunghissimi anni.
Tuttavia, questo non è possibile: GESÙ DEVE PRIMA TORNARE AD ABBRACCIARE LA PERSONA PIÙ IMPORTANTE, IL PADRE, SUO PADRE E SUO DIO, PADRE E DIO DI TUTTA L’UMANITÀ, E RENDERGLI GRAZIE PER IL DONO DELLA VITA RESTITUITA.
Lui va verso il Padre, e Maria Maddalena deve lasciare andare Gesù, e deve iniziare la propria missione: annunciare ai fratelli che Gesù, è salito al Padre, ci ha aperto il cammino e così Dio è di nuovo in mezzo a noi.
È l’annuncio più importante della storia del cristianesimo, E GESÙ LO AFFIDA ALLA PERSONA CHE, NELLA SOCIETÀ DI ALLORA E PURTROPPO IN MOLTE SITUAZIONI ANCHE ATTUALI, ERA LA MENO VALORIZZATA, E QUINDI RITENUTA LA MENO CREDIBILE E LA MENO AFFIDABILE: UNA DONNA, E PER DI PIÙ, DA CIÒ CHE SAPPIAMO, NEPPURE SPOSA E ANCOR MENO MADRE.
Perché l’amore è capace di andare oltre a tutti i pregiudizi, le categorie, i cliché, le stigmatizzazioni, le imposizioni e le norme, corrette o meno che esse siano.
A Maria viene impedito di manifestare il suo amore a Gesù con il gesto più caloroso che possa esistere tra due persone che si vogliono bene, L’ABBRACCIO.
Ma Gesù approfitta di questa situazione PER AFFIDARLE UN INCARICO CHE DÀ ANCOR PIÙ SENSO A QUELL’AMORE, OVVERO L’ANNUNCIO DELLA RESURREZIONE, LA VITTORIA DELLA VITA SULLA MORTE, L’ANNUNCIO CHE IL BUIO DELLA NOTTE, SCESO DA DUE GIORNI NEL CUORE DEI DISCEPOLI, ERA STATO SPAZZATO VIA DALLA LUCE DELL’AURORA DI QUEL GIORNO, IL PRIMO DELLA SETTIMANA.
E, quando un giorno vedremo Dio “…così come Egli è”, potremo finalmente abbracciarlo e il nostro abbraccio avrà il sapore pieno della vita e dell’amore ritrovati.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!