02.10.2023 – LUNEDI’ SANTI ANGELI CUSTODI – MATTEO 18,1-5.10 “I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 18,1-5.10

+ In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

Mediti…AMO

Oggi la Chiesa celebra la festa degli angeli custodi, preziose anime create direttamente da Dio cui siamo affidati, amici sinceri che vogliono il nostro bene.

È pieno di angeli il mondo della Bibbia.

Esistono gli angeli perché il mondo è immensamente più ampio di quanto lo conosciamo e di quanto ne facciamo esperienza.

Esistono e agiscono per condurre i nostri passi verso la pienezza della conoscenza di Dio.

Esistono, creati da Dio come puri spiriti e a ciascuno è affidato un amico interiore che, nel pieno rispetto della sua libertà, lo consiglia e lo incoraggia. 

E i sono i grandi Arcangeli, quelli delle grandi azioni e delle grandi battaglie, ma anche quelli piccoli, nascosti, del quotidiano, che sono i nostri angeli custodi.

E noi crediamo che ognuno di noi viene affidato alle cure amorevoli di un angelo. 

anghelos =messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione.

I testi liturgici, ci invitano anche a riflettere sulla nostra relazione con Dio e a prendere coscienza che su di essa è fondata la vera fraternità.

Subito queste parole suscitano il sentimento della presenza di Dio.

Se siamo docili a questa voce interiore, che è la voce stessa di Dio, siamo condotti progressivamente a una unione profonda con il Signore, simboleggiata nella Bibbia dalla entrata nella Terra promessa, il paese dove scorrono latte e miele, dove Dio prepara tutti i beni della salvezza.

Gesù stesso ci dice come dobbiamo rapportarci gli uni agli altri e che, per rispettare veramente le persone, per avere rapporti cristiani, dobbiamo anzitutto pensare al loro rapporto con Dio.

Se ci pensiamo seriamente, il nostro atteggiamento sarà molto più positivo: avremo più pazienza, più comprensione e soprattutto più amore.

Si era messo alla presenza di Dio e questa presenza irraggiava da lui sugli altri.

Se ci ispiriamo a questo esempio, ogni nostro rapporto splenderà davvero della luce del Signore, nonostante noi siamo cosi deboli e imperfetti, e cammineremo sempre più, CON LA SUA GRAZIA, VERSO LA SUA PRESENZA.

Ma chi sono gli Angeli e che rapporto hanno nella storia del genere umano?

Prima di tutto l’esistenza degli Angeli è un dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno, Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I (1869-70)).

La creazione degli angeli è affermata implicitamente almeno in un passo del Vecchio Testamento, dove al Salmo 148 (Lode cosmica), essi sono invitati con le altre creature del cielo e della terra a benedire il Signore “Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti suoi angeli, lodatelo, voi tutte sue schiere… Lodino tutti il nome del Signore, perché al suo comando ogni cosa è stata creata”.

Nel nuovo Testamento (Col. 1.16) si dice “per mezzo di Cristo sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra”.

La spiritualità degli angeli, è stato oggetto di considerazioni teologiche fra i più grandi Padri della Chiesa:

  • s. Giovanni Crisostomo, s. Gerolamo, s. Gregorio Magno, asserirono invece l’assoluta spiritualità.

Concilio Lateranense IV, quindi il Magistero della Chiesa, affermò che gli Angeli sono spirito senza corpo.

Nella credenza ebraica essi furono talvolta avvicinati a esseri materiali, ai quali si offriva ospitalità, che essi ricambiavano con benedizioni, promesse di prosperità, ecc.

il grande Dottore Angelico, s. Tommaso d’Aquino, ha scritto ampiamente nella sua “Summa Theologiae”, alla quale si rimanda per un approfondimento.

La Sacra Scrittura suggerisce più volte che gli Angeli godono della visione del volto di Dio, perché la felicità alla quale furono destinati gli spiriti celesti, sorpassa le esigenze della natura ed è soprannaturale.
E NEL NUOVO TESTAMENTO frequentemente viene stabilito un paragone fra uomini, santi e angeli, come se la meta cui sono destinati i primi, altro non sia che una partecipazione al fine già conseguito dagli angeli buoni, i quali vengono indicati come ‘santi’, ‘figli di Dio’, ‘angeli di luce’ e che sono ‘innanzi a Dio’, ‘al cospetto di Dio o del suo trono’.

Il Concilio Lateranense IV, definì come verità di fede che molti Angeli, abusando della propria libertà caddero in peccato e diventarono cattivi.

San Tommaso affermò che l’Angelo poté commettere solo un peccato d’orgoglio, lo spirito celeste deviò dall’ordine stabilito da Dio e non accettandolo, non riconobbe al disopra della sua perfezione, la supremazia divina, quindi peccato d’orgoglio cui conseguì immediatamente un peccato di disobbedienza e d’invidia per l’eccellenza altrui.

Altri peccati non poté commetterli, perché essi suppongono le passioni della carne, ad esempio l’odio, la disperazione.

Ancora s. Tommaso d’Aquino specifica, che il peccato dell’Angelo è consistito nel volersi rendere simile a Dio.

La tradizione cristiana ha dato il nome di Lucifero al più bello e splendente degli angeli e loro capo, ribellatosi a Dio e precipitato dal cielo nell’inferno.

L’orgoglio di Lucifero per la propria bellezza e potenza, lo portò al grande atto di superbia con il quale si oppose a Dio, traendo dalla sua parte un certo numero di angeli.

Contro di lui si schierarono altri angeli dell’esercito celeste capeggiati dall’Arcangelo Michele, ingaggiando una grande e primordiale lotta nella quale Lucifero con tutti i suoi, soccombette e fu precipitato dal cielo.

E così divenne capo dei demoni o diavoli nell’inferno e simbolo della più sfrenata superbia.

Il nome Lucifero e la sua identificazione con il capo ribelle degli angeli, derivò da un testo del profeta Isaia (14, 12-15) in cui una satira sulla caduta di un tiranno babilonese, venne interpretata da molti scrittori ecclesiastici e dallo stesso Dante (Inf. XXIV), come la descrizione in forma poetica della ribellione celeste e della caduta del capo degli angeli.

  • Come sei caduto dal cielo, astro del mattino, FIGLIO DELL’AURORA! Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni! Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”

E veniamo al testo evangelico.

I piccoli non sono solo i bambini, ma anche le persone povere e senza importanza nella società e nella comunità.

I discepoli chiedono un criterio Gesù risponde che il criterio sono “i piccoli”. 

I piccoli non hanno importanza sociale, non appartengono al mondo dei grandi.

E i discepoli sono chiamati a diventare come i bambini.

Solo così saranno i più grandi nel Regno!

I bambini non hanno merito.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!