02.04.2023 – DOMENICA DELLE PALME A – MATTEO 26,14- 27,66 “La passione del Signore”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 26,14- 27,66

+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo

– Sei tu il re dei Giudei?

In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.

Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

– Salve, re dei Giudei!

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

– Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».

Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

– Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!

Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

– Elì, Elì, lemà sabactàni?

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». Parola del Signore

Mediti…AMO

L’amore è esigente e richiede sacrificio e fedeltà, ma come sempre qualcuno tradisce. E nella descrizione della passione di Gesù il vangelo di Matteo, mette fortemente l’accento sul fallimento dei discepoli.

Malgrado essi abbiano convissuto per ben tre anni con il Signore, nessuno di loro difende Gesù.

Giuda lo tradisce, Pietro lo nega TRE VOLTE, gli altri fuggono.

Matteo racconta tutto ciò non per criticare o per condannare, e tanto meno per scoraggiare i lettori, ma per sottolineare che l’accoglienza e l’amore di Gesù superano la sconfitta ed il fallimento dei discepoli.

Questo modo di descrivere l’atteggiamento di Gesù era un aiuto per le Comunità all’epoca di Matteo.

A causa delle frequenti persecuzioni, molti si erano scoraggiati ed avevano abbandonato la comunità e si chiedevano:

  • “Sarà possibile ritornare? Dio ci accoglierà e perdonerà?”

Matteo rispose suggerendo loro che tutti noi possiamo rompere il rapporto con Gesù, MA GESÙ NON LO ROMPE MAI CON NOI.

Il suo amore è più grande della nostra infedeltà.

Purtroppo Giuda non è riuscito a capire, ad essere fedele, non ha voluto pagare il prezzo di un amore profondo, vero, esigente.

Ha preferito essere pagato per svendere l’amore e svendere sé stesso. Certamente è quella logica di convenienza che domina il mondo, tanto cara a Satana e tanto lontana dalla GRATUITA’ DELL’AMORE.

E siamo arrivati sulla soglia dell’epilogo della vita terrena di Gesù di Nazareth, un epilogo che è allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre.

L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto:

  • “Io sono il pane della vita… Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò… E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,35-39).

Come la morte è arrivata dall’uomo COSÌ ANCHE LA RISURREZIONE È ARRIVATA DALL’UOMO, e il mondo è stato salvato per mezzo di Cristo.

QUESTA È LA LUCE DELLA CENA.

Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto e in lui si è visto solo un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione.

Egli incarnerebbe il dramma della NOSTRA piccolezza umana. TUTTI IN QUALCHE MODO SIAMO IN PARTE GIUDA!!! GUAI A GIOCARE A FARE I BUONI!!!

Però, Fratelli e Sorelle, facciamo bene attenzione!!!

IL SIGNORE –CHE SA OGNI COSA, PERCHE’ LEGGE NEI NOSTRI CUORI, COMUNQUE VUOLE CHE ALLA SUA CENA PARTECIPI ANCHE GIUDA.

Non pone condizioni, non occorre essere bravi ragazzi per accogliere la sua Parola, il Signore viene e si dona nella mensa e sulla CROCE.

Sono ormai le ultime ore, Gesù sente che l’epilogo è vicino e vuole compiere un gesto unico, straordinario, un gesto di dono definitivo.

Poi sarà il silenzio, e starà a noi capire e schierarci, per accogliere in silenzio e con commozione IL DONO DI UN DIO CHE MUORE PER AMORE.

Giuda ha chiuso il suo cuore, vendendo il suo migliore amico al prezzo di uno schiavo. Povero Giuda, chissà cos’avrà pensato di fare, chissà cosa sperava di ottenere.

Mi colpisce molto il modo che Matteo ha di descrivere questi fatti.

Tra la negazione ed il tradimento c’è:

  • L’ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA (Mt 26,26-29),
  • il tradimento di Giuda(Mt 25,20-25),
  • la negazione di Pietro,
  • e la fuga dei discepoli (Mt 25,30-35).

Così mette in risalto per tutti noi l’incredibile gratuità dell’amore di Gesù, che supera il tradimento, la negazione e la fuga degli amici. Il suo amore non dipende da ciò che gli altri fanno per il Signore, MA DA CIO’ CHE IL SIGNORE FA PER NOI.

L’amato Papa Benedetto XVI, nell’Udienza generale, del 18 ottobre 2006, mi ha offerto, e spero lo sia anche per voi, una bellissima riflessione sulle possibili motivazioni del tradimento di Giuda:

“Perché egli [Giuda] tradì Gesù? La questione è oggetto di varie ipotesi. Alcuni ricorrono al fattore della sua cupidigia di danaro; altri sostengono una spiegazione di ordine messianico: Giuda sarebbe stato deluso nel vedere che Gesù non inseriva nel suo programma la liberazione politico-militare del proprio Paese. In realtà, i testi evangelici insistono su un altro aspetto: Giovanni dice espressamente che “il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo” (Gv 13,2); analogamente scrive Luca: “Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici” (Lc 22,3). In questo modo, si va oltre le motivazioni storiche e si spiega la vicenda in base alla responsabilità personale di Giuda, il quale cedette miseramente ad una tentazione del Maligno. Il tradimento di Giuda rimane, in ogni caso, un mistero. Gesù lo ha trattato da amico (Mt 26,50), però, nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle beatitudini, non forzava le volontà né le premuniva dalle tentazioni di Satana, rispettando la libertà umana. In effetti, le possibilità di perversione del cuore umano sono davvero molte. L’unico modo di ovviare ad esse consiste nel non coltivare una visione delle cose soltanto individualistica, autonoma, ma al contrario nel mettersi sempre di nuovo dalla parte di Gesù, assumendo il suo punto di vista. Dobbiamo cercare, giorno per giorno, di fare piena comunione con Lui…Giuda si è pentito, ma il suo pentimento è degenerato in disperazione e così è divenuto autodistruzione. È per noi un invito a tener sempre presente quanto dice san Benedetto alla fine del fondamentale capitolo V della sua “Regola”: “Non disperare mai della misericordia divina”. In realtà Dio “è più grande del nostro cuore”, come dice san Giovanni (1Gv3,20) …Gesù rispetta la nostra libertà…Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento ed alla conversione; è ricco di misericordia e di perdono. Del resto, quando, pensiamo al ruolo negativo svolto da Giuda dobbiamo inserirlo nella superiore conduzione degli eventi da parte di Dio. Il suo tradimento ha condotto alla morte di Gesù, il quale trasformò questo tremendo supplizio in spazio di amore salvifico e in consegna di sé al Padre (Gal 2,20 e Ef 5,2.25). Il Verbo “tradire” è la versione di una parola greca che significa “consegnare”. Talvolta il suo soggetto è addirittura Dio in persona: è stato lui che per amore “consegnò” Gesù per tutti noi (Rm 8,32). Nel suo misterioso progetto salvifico, Dio assume il gesto inescusabile di Giuda come occasione del dono totale del Figlio per la redenzione del mondo”.

Don Oreste Benzi, nel suo “Pane Quotidiano, pubblicato nel Marzo – Aprile del 2017”, ha scritto:

  • “Pietro, dopo aver risposto a Gesù che chiedeva chi fosse per la gente: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», subito si oppone al progetto di Gesù di andare a Gerusalemme, incontro alla passione e morte. Pietro, come Giuda, non ha mai accettato l’idea di un Messia sofferente, tanto è vero che quando Gesù ha lavato loro i piedi, lui si è in un primo momento rifiutato: «Tu, Messia, che ti inginocchi ai miei piedi? No!» (Gv 13,8). L’idea di Messia che avevano era di colui che sarebbe venuto a redimere Israele; era il trionfatore, non certo il servo di Jahvè descritto nei quattro cantici di Isaia. Forse anche Giuda aveva la stessa idea ed è arrivato a tradire Gesù tentando di accelerare i tempi in cui si sarebbe manifestato finalmente come il Messia trionfatore, perché non gli andava per niente quel tipo di Messia sofferente. Invece i progetti di Dio sono altri e anche a noi capita tante volte di non accettarli. Quando tu ragioni alla moda degli uomini, costruisci la città degli uomini, che è una città per alcuni, gli altri vengono buttati fuori dalle mura e Gesù lo sa bene, perché ha scelto proprio di morire fuori le mura. Quanto è bello Gesù!”

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!