01 luglio 2024 lunedì 13’ settimana P.A.  B – MATTEO 8,18-22 “Seguimi”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 8,18-22

+ In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Ancora una volta, ecco che la Liturgia ci ripropone il tema della “vocazione”.

C’è una gran folla intorno a Gesù, ed Egli decide di passare all’altra riva del lago.

In questo contesto, uno scriba, un uomo dotto, avverte il fascino del Maestro fino a sbottare in quell’espressione entusiasta «…Ti seguirò dovunque andrai».

La risposta del Signore non caratterizzata da un compiacimento, e non nasconde i rischi che comporta il seguirlo.

Piuttosto è tale da distruggere qualsiasi illusione e spiazzare ogni facile entusiasmo, per far riflettere circa il sacrificio che comporta seguire il Signore.

Seguirlo significa diventare “…figli della luce, figli del giorno“, secondo la SUA PROMESSA «…IO SONO la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita».

Ma per avere “…la luce della vita e averla in pienezza”, lo scotto da pagare è il far piazza pulita di tutto il falso luccichio di una vita che, in definitiva, è corrosa dal verme che si chiama “attaccamento” “possesso” “comodismo“.

Ma non è affatto facile, perché i desideri degli uomini, si riflettono bene, nei desideri dello scriba del Vangelo “….Io ti seguirò dovunque andrai…ma permettimi di andare prima a seppellire mio padre…”.

Con questa affermazione il discepolo non voleva dire che il padre era morto e che quindi doveva andarlo a seppellire.

Infatti Gesù non ha negato mai a nessuno di seppellire un genitore, anzi ci ha dato il comandamento di onorare i genitori.

Ma lo scriba voleva dire: Signore, lascia che io stia a casa mia finché mio padre muore, per risolvere i miei problemi familiari.

Desideri, quelli dello scriba, ma anche i nostri, che ovviamente si scontrano con le esigenze di Gesù, perché è chiaro che annunciare il Vangelo, donarsi agli altri, servire la causa del regno di Dio, chiede un atteggiamento che va oltre i limiti umani.

E si chiede, a chi segue Gesù, di rinunciare completamente a tutto, alla maniera di colui che “…non ha dove posare il capo”.

Che forza hanno queste parole di Gesù “…Seguimi”!

Sono valide oggi come lo erano alla loro epoca.

La generosità nell’adesione a Gesù, certamente non manca, come non manca neanche la volontà.

Ma quello che è necessario è capire l’esigenza radicale che richiede l’annunzio del Vangelo.

Una sola cosa è sufficiente al “…Seguimi”, avere un cuore generoso che risponderà, senza se e senza ma, alla Sua chiamata.

Occorre solo fare il primo passo per seguirlo, ovunque vada.

E il vangelo di oggi ci invita proprio ad avere fiducia nella forza del primo passo, ricordandoci che ogni cammino, breve o lungo che sia, ha sempre inizio con un primo passo.

Ma la nostra razionalità ci frena.

Ecco allora che, ancora una volta, il Signore ci chiede di tornare ad essere bambini, come quei bambini che cominciano da poco a camminare.

Essi non pensano ai tanti passi che dovranno fare, ma si lanciano in quel primo straordinario passo.

E non hanno paura di cadere, perché se succede c’è la Madre pronta a rialzarli e a dare coraggio.

Ma è un problema antico come il mondo, che ci blocca sempre, nel momento in cui dobbiamo prendere una decisione difficile.

C’è un midrash – ovvero un commentario ai testi biblici – che interpreta il passaggio del Mar Rosso degli ebrei con queste parole:

  • “Gli ebrei scappano di notte dall’Egitto ma si trovano di fronte il Mar Rosso. Non solo: dietro hanno gli egiziani armati fino all’inverosimile. Allora guardano a Mosè, molto arrabbiati, e gli dicono: “E ci hai condotti fino a qui solo per morire? E adesso? Non era meglio morire in Egitto?”. Mosè non sa che rispondere e guarda in su verso Dio. E Dio gli dice: “Mosè, non guardare avanti (il Mar Rosso), non guardare indietro (gli Egiziani), non guardare a destra, non guardare a sinistra (le colonne d’acqua), fa solo il prossimo passo e arriverai all’altra sponda”

Fare il primo passo allora è FIDARSI DI DIO, METTENDO LA NOSTRA VITA NELLE SUE MANI, SENZA ESITARE.

I seguaci di Gesù, non possono essere apatici, ma debbono vivere nel dinamismo della sequela, quale risposta esistenziale immediata alla Parola annunciata.

Il verbo che Matteo usa per esprimere tale sequela è ekolùtzesan, un aoristo che sottolinea l’inizio di un’azione destinata ad ampliarsi nel corso della missione di Gesù e che trova la sua origine proprio nell’ascolto accogliente della Parola:

  • Rm 10,17: “Chi discenderà nell’abisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti.”;
  • Ef 1,13: “In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso,”

Purtroppo, troppo spesso temiamo il giudizio degli altri.

Temiamo le loro parole, che hanno la forza di non farci diventare ciò per cui siamo stati creati: Figli liberi e amati!

E non arriviamo all’altra sponda, precludendoci quel premio che al termine della vita terrena, Dio darà “…ai suoi servi buoni e fedeli”.

Ma da questa presa di coscienza, scaturisce una presa di posizione di Gesù “…ordinò loro di passare all’altra riva”.

Il testo greco è molto più significativo e incisivo “…ordinò di allontanarsi verso la parte opposta”.

Non si tratta più, quindi, di una semplice attraversata, di un semplice trasferimento fisico da una riva all’altra, ma di un allontanamento, tale da portare Gesù “…verso la parte opposta”.

In altri termini, Gesù si rende conto che queste folle lo seguono, ma nessuno dei loro componenti è disposto a fare una scelta decisiva e radicale, preferendo rimanere nel comodo nascondiglio della folla anonima.

Gesù, pertanto, prende le distanze da questo tipo di sequela, comoda e priva di rischi, e si pone esattamente dalla parte opposta.

Quale sia questa “parte opposta”, cioè la posizione di Gesù circa la sequela e il discepolato, verrà spiegata nei vv.19-22, che leggeremo domani.

Fratelli e Sorelle, in buona sostanza, Gesù dice a coloro che vogliono seguirlo, che se lo si farà si sarà all’interno di un cammino molto difficile.

Dove, per chi ha deciso di seguirlo, non c’è un posto dove posare il capo, non possono partecipare ai funerali di famiglia…

Questo perché il SIgnore non è SOLO in cerca di seguaci, ma è in cerca di VERI discepoli che lo aiutino a proclamare il Suo messaggio al mondo… e queste persone debbono essere disposte a prendere sulle proprie spalle la croce…

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!