01 giugno 2024 SABATO SAN GIUSTINO – MARCO 11,27-33 “Con quale autorità fai queste cose?”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 11,27-33

+ In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Nasce a Flavia Neapolis (attuale Nablus, Palestina), inizio II secolo e muore a Roma, ca. 164

La sua famiglia è di probabile origine latina e vive a Flavia Neapolis, in Samaria , città fondata in Samaria dai Romani, dopo avere schiacciato l’insurrezione nazionale ebraica e aver distrutto il Tempio di Gerusalemme.

Nato nel paganesimo, Giustino studia a fondo i filosofi greci, e soprattutto Platone, ma poi viene attratto dai Profeti di Israele, e per questa via arriva a farsi cristiano, ricevendo il battesimo verso l’anno 130, a Efeso.

Ma questo non significa una rottura con il suo passato di studioso dell’ellenismo, anzi, egli sente di avere raggiunto un traguardo, trovando in Cristo la verità che i pensatori greci gli hanno insegnato a ricercare.

Negli anni 131-132 lo troviamo a Roma, annunciatore del Vangelo agli studiosi pagani. È un missionario-filosofo, che parla e scrive.

Nella prima delle sue due Apologie, egli onora la sapienza antica, collocandola nel piano divino di salvezza che si realizza in Cristo.

È l’uomo, insomma, dei primi passi nel dialogo con la cultura greco-romana..

Al tempo stesso, Giustino si batte contro i pregiudizi che l’ignoranza alimenta contro i cristiani, esalta il vigore della loro fede anche nella persecuzione, la loro mitezza e l’amore per il prossimo. Vuole sradicare quella taccia di “nemici dello Stato”, che giustifica avversioni e paure.

Famoso il suo «Dialogo con Trifone», che ha invece la forma letteraria di una sua disputa a Efeso con un rabbino, nel quale Giustino illustra come Gesù ha dato adempimento in vita e in morte alla Legge e agli annunci dei Profeti.

Predicatore e studioso itinerante, Giustino soggiorna in varie città dell’Impero; ma è ancora a Roma che si conclude la sua vita.

Qui alcuni cristiani sono stati messi a morte come “atei” (cioè nemici dello Stato e dei suoi culti).

Scrive una seconda Apologia, indirizzata al Senato romano, e si scaglia contro un accanito denunciatore, il filosofo Crescente, già ampiamente svergognato come tale da Giustino, in pubblici contraddittori.

Ma Crescente sta dalla parte del potere, e Giustino finisce in carcere, anche lui come “ateo”, per essere decapitato con altri sei compagni di fede, al tempo dell’imperatore Marco Aurelio.

Lo attestano gli “Acta Sancti Iustini et sociorum“, il cui valore storico è riconosciuto unanimemente.

Non ci è noto il luogo della sua sepoltura.

Anche se la maggior parte dei suoi scritti è andata perduta, la sua voce ha continuato a parlare.

Nel Concilio Vaticano I i vescovi vollero che egli fosse ricordato ogni anno dalla Chiesa universale.

E il Concilio Vaticano II ha richiamato il suo insegnamento in due dei suoi testi fondamentali:

  • LA COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA CHIESA, “LUMEN GENTIUM”,
  • E LA COSTITUZIONE PASTORALE SULLA CHIESA NEL MONDO CONTEMPORANEO, “GAUDIUM ET SPES”.

Giustino è stato UNA LUCE PER IL NOSTRO TEMPO. Egli fu infatti un discepolo di Gesù Cristo, esemplare per la serietà della sua indagine intellettuale, come per la fedeltà alla sua fede.

Sempre in cerca della verità, dopo averla scoperta in Gesù Cristo, non smette di approfondirla.

Nel suo continuo cercare rende evidente il dono totale fatto di se stesso a Cristo, che lo porterà fmo al martirio.

UOMO RETTO E FEDELE, GIUSTINO FU SALE E LUCE PER GLI UOMINI DEL SUO TEMPO.

Giustino non arrivò alla “mirabile conoscenza del mistero del Cristo” soprattutto attraverso le sue ricerche intellettuali, bensì mediante la fedeltà alla fede che lo porterà sino al martirio.

Coi libri che ci ha lasciato, ma più ancora col suo eroico sacrificio, egli proclama anche oggi che gli uomini non vengono salvati dalla loro saggezza, né dall’ostentazione di segni straordinari, ma vengono salvati dalla Croce, che è follia e scandalo per gli uomini, ma potenza e sapienza di Dio.

VENIAMO AL TESTO EVANGELICO.

Anche oggi Gesù entra nel nostro vissuto e ci provoca. E la sua domanda suona così: voi credete veramente alla forza della mia Parola nella sua entità di fondo CHE È IL RICHIAMO AD UNA VERA CONVERSIONE DEL CUORE E DELLA PROPRIA VITA?

I capi dei sacerdoti e gli scribi, i potenti uomini religiosi del tempo di Gesù, in realtà avevano una mente abitata da tutt’altro, che da un retto pensare, in linea con l’umile attesa del Messia.

Cercavano solo di apparire bravi e buoni e religiosi, secondo le attese della folla. Ma erano inebriati di potere e di soldi, pur apparendo altro. MA TRA IL ‘SEMBRARE’ E “L’ESSERE’, c’è un abisso nel mezzo.

Convertirsi vuol dire aprire il cuore a Cristo, con piena fiducia, ascoltando e vivendo il Vangelo, essendo capaci di abbandonarsi nel CUORE DI DIO.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!