01.09.2023 – VENERDI’ XXI SETTIMANA P.A. A – MATTEO 25,1-13 “…ecco lo sposo”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 25,1-13

del Signore

Mediti…AMO

Il vangelo di Matteo si conclude con tre parabole dense e significative.

Ieri il Signore ci invitava a vegliare.

Oggi ce ne spiega la ragione.

La comunità cui Matteo si rivolge, la sua, è composta prevalentemente da ebrei rimasti travolti dalla distruzione di Gerusalemme e del tempio.

Ecco quindi che tra le righe del vangelo odierno possiamo vedere la delusione per il mancato ritorno del Signore, della parusia, della comunità matteana cui l’evangelista risponde guidandola a fissare lo sguardo sul vero nocciolo: COME PREPARARSI ALLA SUA VENUTA E VIVERE L’ATTESA NELLA CERTEZZA CHE VERRÀ, ANCHE SE NON SAPPIAMO IL COME E IL QUANDO.

Certamente la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio è stato un evento talmente drammatico da avere gettato nello sconforto anche la comunità cristiana.

Come se, per avere un termine di paragone, un missile di qualche fondamentalista distruggesse san Pietro, uccidendo anche il Papa.

Un evento che li aveva gettati nello sconforto.

E Matteo li incoraggia riprendendo le parole del Signore Gesù, e li invita a vegliare come le amiche della sposa attendono lo sposo che viene nel cuore della notte.

Fratelli e Sorelle, LA LAMPADA È IL SEGNO DELLA FEDE VIGILANTE MENTRE L’OLIO NEI VASI È IL VERO SEGNO DI DIFFERENZA: nella Bibbia è espressione di ospitalità e intimità, ma anche simbolo messianico, utilizzato per il Re-Messia.

L’olio poi è il segno delle opere giuste, che permettono di avere accesso al Regno di Dio e nel contesto della parabola sono simbolo di perseveranza fino all’arrivo dello Sposo.

Infatti, non basta essere invitati al banchetto, occorre anche essere sapienti attingendo all’olio dell’impegno.

Matteo non fornisce una spiegazione agli eventi accaduti ai suoi contemporanei, come anche noi restiamo allibiti davanti agli eventi che ci raggiungono grazie ai media.

Ma indica una prospettiva altra e alta, siamo chiamati ad attendere lo sposo, senza scoraggiarci.

Attenzione!!! si tratta di uno sposo, non di un esattore.

E vi invito a pensare che, con questa bellissima parabola Gesù oggi ci dà due avvertimenti importanti:

  1. Amare infatti è pensare alla vita eterna.

    1. Il secondo insegnamento è quello che ci sono delle cose che non si possono prestare.

    Il mio “SI” a Gesù è una “MIA” risposta personale.

    TUTTI I CRISTIANI “ASPETTANO” CRISTO, MA NON TUTTI SONO PRONTI

    Ma ci sono anche tanti altri particolari da tenere in evidenza.

    Le vergini sapienti richiamano la donna forte descritta nel libro dei Proverbi (Pr.31,10-31) che rappresenterebbe la sapienza e l’olio con il quale mantiene viva la sua lampada indicherebbe proprio la capacità di gestire la vita con parsimonia e scienza.

    Le vergini sagge rappresenterebbero dunque i discepoli che nel loro cammino terreno hanno faticato per il Regno, con i loro limiti e anche con i loro peccati, ma sempre protesi alla conversione in attesa del Signore.

    Al contrario le vergini stolte rappresenterebbero coloro che hanno posto al centro della vita altri interessi lasciando che l’olio delle lampade si esaurisse e facendosi trovare impreparati all’appuntamento decisivo della loro vita.

    aggio sufficiente per il primo passo.

    Il Racconto ci dice che il regno di Dio è simile a dieci piccole luci, e che intorno è notte.

    E c’è un problema:

    • e cinque sono stolte, hanno un vaso vuoto, una vita vuota, presto spenta.

    Questa parabola ci dice anche che tutte queste vergini si addormentano, sia le sagge, che le stolte.

    ED ESSE RAPPRESENTANO LA NOSTRA STORIA.

    Tutti ci siamo stancati, forse abbiamo mollato.

    Ma nel momento più nero, qualcosa, una voce una parola una persona, ci ha risvegliato.

    E LA MIA, come la nostra vera forza, STA NELLA CERTEZZA CHE LA VOCE DI DIO VERRÀ.

    A me basterà avere un cuore che ascolta, ravvivarlo come una lampada, E USCIRE -SERENO- INCONTRO A UN ABBRACCIO PIENO DI INFINITA MISERICORDIA, CHE IL PADRE MIO E VOSTRO CI REGALERA’ TRA LE SUE LACRIME DI GIOIA.

    E vorrei chiudere questa lunga meditazione con le stupende parole pronunciate da un pastore protestante tedesco, teologo luterano, che amo leggere, impiccato nel campo di concentramento di Flossemburg, in Germania, pochissimi giorni prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, il 9 aprile 1945, PER ORDINE PERSONALE DI ADOLF HITLER, DIETRICH BONHOEFFER (Breslavia, 4 febbraio 1906 – Flossemburg, 9 aprile 1945):

    • Attendere è un’arte che, il nostro tempo impaziente, ha dimenticato.

    Chi non conosce l’aspra beatitudine dell’attesa, che è mancanza di ciò che si spera, non sperimenterà mai, nella sua interezza, la benedizione dell’adempimento”.

    Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

    Il Signore IDDIO ti Benedica

    Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

    e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

    Sia Lodato Gesù, il Cristo!