«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 25,1-13
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di Matteo si conclude con tre parabole dense e significative.
Ieri il Signore ci invitava a vegliare.
Oggi ce ne spiega la ragione.
La comunità cui Matteo si rivolge, la sua, è composta prevalentemente da ebrei rimasti travolti dalla distruzione di Gerusalemme e del tempio.
Ecco quindi che tra le righe del vangelo odierno possiamo vedere la delusione per il mancato ritorno del Signore, della parusia, della comunità matteana cui l’evangelista risponde guidandola a fissare lo sguardo sul vero nocciolo: COME PREPARARSI ALLA SUA VENUTA E VIVERE L’ATTESA NELLA CERTEZZA CHE VERRÀ, ANCHE SE NON SAPPIAMO IL COME E IL QUANDO.
Certamente la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio è stato un evento talmente drammatico da avere gettato nello sconforto anche la comunità cristiana.
Come se, per avere un termine di paragone, un missile di qualche fondamentalista distruggesse san Pietro, uccidendo anche il Papa.
Un evento che li aveva gettati nello sconforto.
E Matteo li incoraggia riprendendo le parole del Signore Gesù, e li invita a vegliare come le amiche della sposa attendono lo sposo che viene nel cuore della notte.
Uno sposo piuttosto originale, CHE DOBBIAMO ATTENDERE ALIMENTANDO LA LAMPADA DELLA FEDE CON L’OLIO DELLA PREGHIERA.
Fratelli e Sorelle, LA LAMPADA È IL SEGNO DELLA FEDE VIGILANTE MENTRE L’OLIO NEI VASI È IL VERO SEGNO DI DIFFERENZA: nella Bibbia è espressione di ospitalità e intimità, ma anche simbolo messianico, utilizzato per il Re-Messia.
L’olio poi è il segno delle opere giuste, che permettono di avere accesso al Regno di Dio e nel contesto della parabola sono simbolo di perseveranza fino all’arrivo dello Sposo.
Infatti, non basta essere invitati al banchetto, occorre anche essere sapienti attingendo all’olio dell’impegno.
Matteo non fornisce una spiegazione agli eventi accaduti ai suoi contemporanei, come anche noi restiamo allibiti davanti agli eventi che ci raggiungono grazie ai media.
Ma indica una prospettiva altra e alta, siamo chiamati ad attendere lo sposo, senza scoraggiarci.
Attenzione!!! si tratta di uno sposo, non di un esattore.
ECCO ALLORA CHE SIAMO DI FRONTE AD UN’ATTESA, QUINDI, GIÀ COLMA DI GIOIA.
E vi invito a pensare che, con questa bellissima parabola Gesù oggi ci dà due avvertimenti importanti:
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Il primo è che dobbiamo essere sempre pronti per l’incontro con Lui, perché nessuno conosce il proprio futuro e non sappiamo quando Dio ci chiamerà a rapporto.
Dobbiamo quindi essere sempre pronti, perché adesso è il tempo che Dio ci concede per prepararci…
Chi vive la vita in questo modo, come se ogni giorno fosse l’ultimo, dorme tranquillo…
Amare infatti è pensare alla vita eterna.
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Il secondo insegnamento è quello che ci sono delle cose che non si possono prestare.
Il proprio rapporto con Gesù, la propria fiducia, il proprio lasciarsi lavorare da Lui e la propria fedeltà… non si possono cedere a nessuno.
Il mio “SI” a Gesù è una “MIA” risposta personale.
Nessuno può dirlo al mio posto. Nessuno…
TUTTI I CRISTIANI “ASPETTANO” CRISTO, MA NON TUTTI SONO PRONTI.
Ma ci sono anche tanti altri particolari da tenere in evidenza.
Le vergini sapienti richiamano la donna forte descritta nel libro dei Proverbi (Pr.31,10-31) che rappresenterebbe la sapienza e l’olio con il quale mantiene viva la sua lampada indicherebbe proprio la capacità di gestire la vita con parsimonia e scienza.
Le vergini sagge rappresenterebbero dunque i discepoli che nel loro cammino terreno hanno faticato per il Regno, con i loro limiti e anche con i loro peccati, ma sempre protesi alla conversione in attesa del Signore.
Al contrario le vergini stolte rappresenterebbero coloro che hanno posto al centro della vita altri interessi lasciando che l’olio delle lampade si esaurisse e facendosi trovare impreparati all’appuntamento decisivo della loro vita.
Poi c’è LA LUCE: il Regno di Dio è simile a dieci ragazze provviste solo di un po’ di luce, e del coraggio sufficiente per il primo passo.
Il Racconto ci dice che il regno di Dio è simile a dieci piccole luci, e che intorno è notte.
E c’è un problema:
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cinque ragazze sono sagge, hanno portato dell’olio, saranno custodi della luce;
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e cinque sono stolte, hanno un vaso vuoto, una vita vuota, presto spenta.
GESÙ NON SPIEGA CHE COSA SIA L’OLIO DELLE LAMPADE.
Ma io credo che ha a che fare CON LA LUCE E COL FUOCO: IN FONDO, È SAPER BRUCIARE PER QUALCOSA O PER QUALCUNO. L’ALTERNATIVA CENTRALE È TRA VIVERE ACCESI O VIVERE SPENTI.
Questa parabola ci dice anche che tutte queste vergini si addormentano, sia le sagge, che le stolte.
ED ESSE RAPPRESENTANO LA NOSTRA STORIA.
Tutti ci siamo stancati, forse abbiamo mollato.
Ma nel momento più nero, qualcosa, una voce una parola una persona, ci ha risvegliato.
E LA MIA, come la nostra vera forza, STA NELLA CERTEZZA CHE LA VOCE DI DIO VERRÀ.
A me basterà avere un cuore che ascolta, ravvivarlo come una lampada, E USCIRE -SERENO- INCONTRO A UN ABBRACCIO PIENO DI INFINITA MISERICORDIA, CHE IL PADRE MIO E VOSTRO CI REGALERA’ TRA LE SUE LACRIME DI GIOIA.
E vorrei chiudere questa lunga meditazione con le stupende parole pronunciate da un pastore protestante tedesco, teologo luterano, che amo leggere, impiccato nel campo di concentramento di Flossemburg, in Germania, pochissimi giorni prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, il 9 aprile 1945, PER ORDINE PERSONALE DI ADOLF HITLER, DIETRICH BONHOEFFER (Breslavia, 4 febbraio 1906 – Flossemburg, 9 aprile 1945):
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“Attendere è un’arte che, il nostro tempo impaziente, ha dimenticato.
Il nostro tempo vorrebbe cogliere il frutto appena il germoglio è piantato; così, gli occhi avidi, sono ingannati in continuazione, perché il frutto, all’apparenza così bello, al suo interno è ancora aspro, e, mani impietose, gettano via, ciò che le ha deluse.
Chi non conosce l’aspra beatitudine dell’attesa, che è mancanza di ciò che si spera, non sperimenterà mai, nella sua interezza, la benedizione dell’adempimento”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!