01.07.2023 – SABATO XII SETTIMANA P.A. A – MATTEO 8,5-17 “… molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli ”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 8,5-17
+ In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi continua la descrizione delle attività di Gesù per indicare come metteva in pratica la Legge di Dio, proclamata sulla Montagna delle Beatitudini.
Dopo la guarigione del lebbroso del vangelo di ieri (Mt 8,1-4), ora segue la descrizione di altre guarigioni.
Gesù è mosso a compassione per le sofferenze dell’uomo: nel suo amore e nella sua onnipotenza guarisce anche a distanza:
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ascolta la supplica del centurione che gli chiede di guarire un suo servo ammalato,
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poi ristabilisce in salute anche la suocera di Pietro, che prontamente si mette a servirlo (Mt 8,14-15)
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e infine risana gli ammalati che gli erano presentati (Mt 8,16).
Egli dunque appare come l’inviato di Dio che si addossa le infermità per reintegrare le persone umane in salute.
Da sottolineare l’umiltà del centurione che afferma di non essere degno di accogliere il Cristo nella sua casa, ma è sufficiente che dica una parola e il suo servo sarà guarito.
LA FRASE DEL CENTURIONE È RIPETUTA DA NOI CRISTIANI OGNI VOLTA CHE CI ACCOSTIAMO ALL’EUCARESTIA: NON SIAMO DEGNI CHE IL SIGNORE ENTRI SOTTO IL NOSTRO TETTO, MA SE LUI DICE UNA PAROLA NOI SIAMO SALVATI.
E’ lo stesso Gesù che si avvicina a noi e ci rende degni di poterlo ospitare nel nostro cuore.
Ma cerchiamo di analizzare meglio il testo, e notiamo che è sempre bene fare attenzione ai piccoli dettagli:
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il centurione è un pagano, uno straniero.
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Non chiede nulla.
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Informa soltanto Gesù dicendo che il suo servo, che è paralizzato, e che egli ha a cuore, sta male e soffre terribilmente.
Dietro questo atteggiamento della gente nei confronti di Gesù, c’è la convinzione che non era necessario chiedere le cose a Gesù, ma era sufficiente metterlo al corrente del problema.
Il centurione romano non è stato nutrito con la Parola di Dio, non conosce la storia di Abramo che crede nonostante ogni evidenza (Gen 15,6), eppure in questa scena la sua fede si mostra ben più solida di tanti altri credenti.
Evidentemente gli hanno parlato di Gesù, lo hanno descritto come un uomo di Dio che ha compiuto molti prodigi.
Tanto gli basta per recarsi da Lui con umiltà.
È sospinto dall’amore che prova per il suo servo ammalato.
Possiede un amore non si ferma dinanzi ai limiti imposti dalla ragione, non misura le possibilità con il metro del realismo, non si ferma e non si rassegna dinanzi agli ostacoli.
E soprattutto questo centurione non teme di perdere la sua dignità – lui che è un comandante di una guarnigione romana – IMPLORANDO l’aiuto di un predicatore senza titoli e senza potere.
Sa che Gesù avrebbe fatto il resto.
È certamente un atteggiamento di fiducia illimitata, che trova il plauso del Signore, che immediatamente dice “Io verrò e lo curerò!“
Non possiamo non notare che il centurione NON SI ASPETTAVA UN GESTO COSÌ IMMEDIATO E GENEROSO E NEMMENO SI ASPETTA CHE GESÙ POTESSE ANDARE FINO A CASA SUA.
Partendo allora dalla sua esperienza di ‘comandante’, trae un esempio per esprimere la fede e la fiducia che aveva in Gesù.
Gli dice “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va’, ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa“.
Gesù rimase ammirato dalla reazione dell’ufficiale, e disse “..In verità vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti“.
IL MESSAGGIO DI GESÙ, la nuova Legge di Dio proclamata dall’alto della Montagna delle Beatitudini, È UNA RISPOSTA AI DESIDERI PIÙ PROFONDI DEL CUORE UMANO.
I pagani sinceri ed onesti come il centurione e tanti altri venuti da Oriente o da Occidente, percepiscono in Gesù la risposta alle loro ansie e la accolgono.
Essi hanno ben intuito che il messaggio di Gesù non è una dottrina o una morale, né un rito o un insieme di norme, MA UN’ESPERIENZA PROFONDA DI DIO CHE RISPONDE A CIÒ CHE IL CUORE UMANO DESIDERA.
Se oggi molti si allontanano dalla chiesa o cercano altre religioni, è per colpa nostra, perché non sappiamo vivere né irradiare il messaggio di Gesù.
Fratelli e Sorelle, Santa Teresa di Lisieux scrivendo alla cugina Maria dice:
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“Quello che offende Gesù, ciò che lo ferisce nel profondo, è la mancanza di fiducia!” (LT 92, 30 maggio 1890).
e allora, insieme a Santa Teresa presentiamo allora, oggi questa supplica “Signore… è con fiducia che ti chiedo di venire a prendere possesso della mia anima” (Ms C, 34v).
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!