01.03.2024 VENERDI’ 2’ SETTIMANA DI QUARESIMA B – MATTEO 21,33-43.45 “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 21,33-43.45

+ In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il testo del vangelo di oggi forma parte di un insieme più vasto che include Matteo 21,23-46, e il brano è strettamente seguente a quello di domenica scorsa.

Gesù nel tempio sta parlando ai capi dei sacerdoti e agli anziani e con tre parabole sta dicendo loro che il popolo di Israele con i loro capi (essi stessi) non hanno accolto il Messia che attendevano e ne subiranno le conseguenze.

Il brano proposto è la seconda parabola, quella comunemente chiamata “dei vignaioli omicidi“, che si consideravano i padroni di tutto, e volevano che nessuno facesse nulla senza il loro permesso.

Ma vediamo il contesto della parabola.

Gesù si rende conto di avere fallito la sua missione, perchè ha constatato che la Giudea non è la Galilea e le folle osannanti che raccoglieva a Nord, ora non ci sono più.

Gerusalemme è una città feroce, che non si lascia facilmente impressionare da un profeta che viene da un paese sperduto.

Le sue parole, i suoi miracoli, la sua compassione, non sono riusciti a piegare la durezza di cuore di chi pensa di avere il controllo di Dio.

E nella parabola dei vignaioli omicidi, che reinterpreta la triste pagina del profeta Isaia, il lamento che Dio fa per la sua vigna, Israele, che non porta frutti, diventa l’emblema di ciò che sta per accadere.

Ma chi ascolta non capisce.

L’uomo non accetta di essere solo il custode del creato, MA VUOLE ESSERNE IL PADRONE.

I vignaioli rifiutano di pagare l’affitto, si arrogano il diritto di considerare propria una cosa non loro e uccideranno l’erede, fuori dalla vigna.

La vigna è simbolo di Gerusalemme. Il figlio, come Gesù viene uccise fuori della vigna, cioè fuori della città santa di Gerusalemme (Eb 13,12 “…perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della porta della città”).

Che tristezza, Fratelli e Sorelle, abbiamo ricevuto il mondo nel quale viviamo, la vita, e ogni cosa che adorna il tutto, e, invece di ringraziare il Signore che ce lo ha donato e rimboccarci le maniche, passiamo il tempo a cacciare Dio dalle nostre vite come se tutto ci fosse dovuto.

Questa parabola ci fa comprendere una particolare sofferenza del cuore di Gesù, e al tempo stesso ci fa penetrare nel mistero della sua Chiesa.

Gesù ha sofferto per tutti i nostri peccati, ma in particolar modo ha sofferto per essere stato ripudiato e infine ucciso dai pastori del popolo eletto.

Quando consideriamo la storia della Chiesa e del mondo, vediamo che spesso gli uomini hanno veramente voglia di conservare l’eredità del cristianesimo: una nuova visione dell’uomo e della sua dignità personale, un senso della giustizia, della condivisione…

Ma, comunque, essi vogliono sopprimere l’Erede.

Per mezzo di questa parabola, Gesù chiarisce varie cose:

  • Rivela l’origine della sua autorità: LUI È IL FIGLIO, L’EREDE.
  • Denuncia l’abuso dell’autorità dei vignaiuoli, cioè, DEI SACERDOTI E DEGLI ANZIANI CHE NON SI OCCUPAVANO DEL POPOLO DI DIO.
  • Difende l’autorità dei profeti, mandati da Dio, MA MASSACRATI DAI SACERDOTI E DAGLI ANZIANI.
  • Smaschera le autorità che manipolano la religione e uccidono il figlio, PERCHÉ NON VOGLIONO PERDERE LA FONTE DI REDDITO CHE RIUSCIRONO AD ACCUMULARE PER LORO, LUNGO I SECOLI.

La parabola però sarà molto efficace, poiché nei 45-46, che la liturgia non ci fa leggere, si dice che “…i sommi sacerdoti e i farisei, avendo udito le sue parabole, capirono che parlava di loro. E cercavano di arrestarlo, ma ebbero timore delle folle, perché lo consideravano un profeta“.

Purtroppo il rifiuto di Gesù continua e si spinge alle sue estreme conseguenze.

Interessante è il finale “perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”.

Ecco quindi la sentenza finale nei confronti dei sommi sacerdoti.

LA VIGNA, IL REGNO DI DIO, SARÀ LORO TOLTO.

Egli lo darà a una “nazione” (ethnos) che lo farà fruttificare.

MA CHI È QUESTO “ETHNOS”?

Potrebbero essere i pubblicani e le prostitute della parabola precedente (Mt 21, 31) oppure i “cattivi e buoni” che sostituiranno gli invitati della parabola seguente (Mt 22,10), cioè coloro che hanno accolto l’annuncio che invece i capi di Israele hanno disprezzato.

In questo modo “ethnos” può essere identificato con la Chiesa, il “nuovo Israele” che prenderà il posto di quello originario.

Essa è formata da coloro che, nonostante provengano da situazioni di peccato e di lontananza da Dio, hanno creduto in Gesù e lo hanno seguito.

Essi avranno così il privilegio di poter entrare nella vigna prediletta di Dio, di ereditare il Regno dei cieli.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!