<<Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo LUCA 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore
Mediti…AMO
Siamo in tempo di Quaresima e la liturgia ci presenta testi che possono aiutarci nella nostra conversione per cambiare vita.
Ciò che maggiormente aiuta nella conversione è aver ben chiaro come si sono svolti i fatti della storia del popolo di Dio.
E questo è il motivo per cui oggi leggiamo parole dure del Signore, dette ai suoi discepoli mentre è in cammino verso Gerusalemme, e racconta loro, di quelli che rifiutano il messaggio del Vangelo.
Gesù è deluso dall’atteggiamento dei suoi familiari e dei suoi correligionari: un muro di diffidenza si sta alzando intorno a lui, intorno a questo falegname di Nazareth, che si è fatto profeta, suscitando imbarazzo e scetticismo. E gli israeliti, ma anche noi, siamo ciechi di fronte alla verità ed erranti senza fede, e mentre invochiamo il Nome del Signore non vogliamo accettare che la salvezza abbia i tratti di un uomo. Non vogliamo accettare che Dio si faccia carne.
Che in Gesù, Dio possa dire a me oggi «…sono qui, accanto a te, per salvarti».
E, in questo contesto, il chiedere continuamente segni, vuol dire non riconoscere il significato delle cose, vuol dire rimandare sbrigativamente tutto ad un “oltre” che sfuma inesorabilmente e che non potrà mai dirsi presente.
Chi chiede segni non riconosce la salvezza di Dio viva e operante nel mondo, “hic et nunc”, qui ed ora.
E di conseguenza il Maestro non viene riconosciuto come profeta, non viene accolto e ascoltato.
PARADOSSALMENTE SONO PROPRIO I LONTANI, I PAGANI, I PUBBLICI PECCATORI, AD ACCOGLIERE CON ENTUSIASMO LA SUA PAROLA:
- Così come era successo, nei racconti dell’Antico Testamento, agli abitanti di Ninive, dopo la predicazione di Giona, il povero pauroso profeta obbligato ad annunciare.
- Così come aveva fatto la regina di Saba, attirata dalla fama della saggezza del re Salomone.
Allora Gesù ricorda due storie a chi lo sta ascoltando.
Prima, quella di Giona, figlio di Amittai (Gio 1, 1).
- Questo personaggio dell’Antico Testamento, ha catturato l’immaginazione della pietà popolare, lungo il corso del tempo, per il fantastico racconto del profeta ingoiato da un grande pesce e poi ributtato sulla spiaggia.
Tuttavia, non è per questo motivo che il Signore lo ricorda, ma per ciò che gli accadde dopo essere stato ributtato dal pesce.
Giona venne inviato a predicare la conversione agli abitanti di Ninive, così come Gesù stava annunciando il vangelo agli Israeliti.
I NINIVITI, PERÒ, ASCOLTARONO IL PROFETA E SI CONVERTIRONO.
Così pure la predicazione di Gesù era un segno per la sua gente, ma la gente non dava segni di conversione.
L’altro aspetto è quello che afferma il vangelo di Matteo citando lo stesso episodio: “Così come Giona passò tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così anche il Figlio dell’Uomo passerà tre giorni e tre notti nel seno della terra” (Mt 12,40).
Quando Giona fu sputato sulla spiaggia, andò ad annunciare la parola di Dio alla gente di Ninive.
COSÌ PURE, DOPO LA MORTE E RISURREZIONE IL TERZO GIORNO, LA BUONA NOVELLA SARÀ ANNUNCIATA AL POPOLO DELLA GIUDEA.
Poi, quella della Regina del Sud (1Re 10, 1.13) ribadisce la stessa riflessione:
- Nel primo libro dei Re viene raccontato che «La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, dovuta al nome del Signore, venne per metterlo alla prova con enigmi».
Malgrado il suo scetticismo, la regina ascolta Salomone con mente aperta e riconosce in lui la sapienza che gli era stata data dall’alto.
Il Signore, lungo le strade del tempo e della storia, ci mette in guardia per essere vigili nel saperlo riconoscere nelle diverse circostanze.
NON SEMPRE IL MODO DI PRESENTARSI DI DIO È EVIDENTE, MA SE SAPPIAMO ASCOLTARE COME I NINIVITI E STARE CON GLI ORECCHI ATTENTI COME LA REGINA DEL SUD, CERTAMENTE SAPREMO RICONOSCERE CHE SIAMO DAVANTI A GESÙ CHE CI PARLA.
La Regina del Sud era Etiope, reggeva uno degli Stati della penisola arabica nel settore sud-occidentale.
La tradizione, invece, la trasformò in regina di Etiopia, per cui i sovrani di quello Stato – prima che la dinastia venisse spazzata via nel 1974 da un colpo di stato militare – erano considerati discendenti da un ipotetico figlio che la regina avrebbe generato con Salomone.
Per l’esplicito collegamento con la figura di Salomone questa Regina del Sud è evidentemente la Regina di Saba, “Malekkat Sheb’a” , quella di cui è narrato nella Bibbia nei due brani paralleli, praticamente identici, di 1Re 10,1-13 e 2Cronache 9,1-12.
Certo è che Gesù ci dice “essa venne dall’estremità della terra” e si può certamente considerare sottinteso “…della terra promessa“, simbolicamente DALLA PORTA SUD, DEL GIARDINO TERRESTRE.
GEOGRAFICAMENTE, INVECE, LA PORTA PRINCIPALE ERA DA INDIVIDUARE NELLO SBOCCO NATURALE DEL GIORDANO, RITENUTO IL FIUME CENTRALE DELL’EDEN, che sarebbe proseguito nel Mar Rosso, se non si fosse creata la depressione del Mar Morto, là dove in direzione di “teman” c’è il porto di Eilàt.
Il racconto nel Vecchio Testamento inizia fornendo l’informazione sulla causa dell’evento:
“La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, dovuta al nome del Signore, venne per metterlo alla prova con enigmi.” (1Re 10,1)
La causa di fondo, lo chiarisce subito, non è Salomone in sé e la sua sapienza, MA IL “NOME DEL SIGNORE”.
E questo perché, non solo nei popoli vicini, ma anche in quelli più lontani, S’ERA DESTATO IL DESIDERIO DI CONOSCERE DI PIÙ SUL DIO D’ISRAELE PER LE FORTUNE AVUTE DA QUEL POPOLO.
In definitiva, la Regina di Saba, che era venuta per acquisire sapienza, era stata mossa dallo Spirito.
“La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c’è qui.”
GESÙ STA RICORDANDO AI SUOI CONNAZIONALI CHE UNA REGINA PAGANA MOSSO DALLO SPIRITO SANTO ANDÒ AD ASCOLTARE SALOMONE.
MENTRE LORO, GENTE PERVERSA (Scribi e Farisei) AVEVANO DAVANTI IL MESSIA, ben più di Salomone, IN QUANTO DIO, E NON LO ASCOLTAVANO.
Anzi, nonostante i tanti miracoli operati da Gesù, gli chiedevano ancora qualche altro segno.
La regina del sud, al contrario, si era messa in viaggio -da lontano- per ascoltare Salomone, mentre gli Scribi e i Farisei, che avevano davanti il Messia, non lo ascoltavano e lo diffamavano.
La «regina del Sud» (nella lettera dell’originale greco per indicare il Sud si parla del vento meridionale detto “Noto” (così anche Matteo 12,42) o Scirocco) aveva intrapreso un lungo e spossante viaggio lungo le rotte carovaniere commerciali per incontrare, dialogare e intessere rapporti culturali e commerciali con il re di Giuda, Salomone, la cui fama aveva valicato i confini del suo Stato.
E alla fine questa regina era rimasta affascinata dalla sapienza di quel sovrano, AL PUNTO TALE DA DEDICARGLI UNA LODE ENTUSIASTICA E RIVOLGERE AL DIO DI ISRAELE UNA BENEDIZIONE PER AVER DONATO SAGGEZZA E GIUSTIZIA IN MODO COSÌ ALTO A QUESTO SUO FEDELE (1Re 10,6-9).
Ma, Gesù è “più di Salomone”, del quale l’Antico Testamento celebra la sapienza.
Egli vuole farci penetrare in quella “sapienza di Dio” che è “follia” finché noi la vediamo dall’esterno, cioè nel mistero della sua croce.
Di fronte ai giudei che da lui reclamano un segno, GESÙ PROCLAMA CHE NELLA RELIGIONE CHE EGLI ISTITUIRÀ NON SARANNO I SEGNI ESTERIORI I PIÙ IMPORTANTI.
Egli compirà ogni genere di miracolo, ma il grande segno, il solo segno che deve essere il sostegno estremo di tutti coloro che credono in lui, È LA SUA MORTE DI CROCE, E LA SUA RISURREZIONE.
Fratelli e Sorelle carissime, Dio ci concede generalmente molti segni del suo AMORE, della sua presenza. Ma quando la nostra unione con Gesù diventa più profonda, possiamo conoscere dei momenti di grande debolezza, passare attraverso ogni sorta di purificazione, attraverso delle morti, delle agonie a volte molto dolorose.
MA QUESTI MOMENTI SONO SEMPRE SEGUITI DA MOMENTI DI GRAZIA, DI RISURREZIONE DEL NOSTRO CUORE, all’interno dei quali Gesù ci insegna a camminare senza timore su questa stretta via CHE CI UNISCE A LUI NEI SUOI MISTERI.
Invece noi vogliamo sempre SEGNI INCONTROVERTIBILI PER CONVINCERCI A VIVERE UNA VITA SERIA.
E, in mancanza di questi segni cerchiamo di sopravvivere scendendo a compromesso con le cose che ci circondano.
E ci dimentichiamo che il vero segno, che supera quello di Giona, È IL SEGNO DELLA RESURREZIONE DI CRISTO.
E QUESTA RESURREZIONE NON RISPLENDE IN COSE STRAORDINARIE MA NEI VOLTI DI CHI CI CIRCONDA, NEL SOLE DEL MATTINO, O NELLA PIOGGIA BATTENTE; NELLE NOTTI CALDE D’ESTATE MA ANCHE NEI FREDDI INVERNI; NEI SORRISI DEI BAMBINI CHE INCONTRIAMO SUI MARCIAPIEDI O NELLA PAGINA DI UN LIBRO CHE SI LEGGE.
Dio dissemina di segni umili tutta la nostra vita, segni che sono come piccole fessure dove filtra la luce del Risorto.
Non credere a quelle fessure significa perdersi anche la Luce nella sua totalità.
Un cristiano dà un grande peso a queste fessure.
Un cristiano sa vedere il tutto nel frammento.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!