01.03.2022 – MARTEDI’ 8^ SETT. T.O. – Marco 10,28-31 “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”.

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Marco 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Per contestualizzare il brano, preliminarmente dobbiamo tener presente che quest’insegnamento di Gesù che appartiene alla «triplice tradizione», che è alla base della formazione dei tre Vangeli sinottici, dice in sostanza la stessa cosa.

  • Matteo è il più conciso: parla solo di «case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi».
  • Marco rimane negli stessi termini, precisando però che quest’azione di sequela si compie «per causa mia e per causa del Vangelo».
  • Luca parla addirittura di «casa o moglie o fratelli o genitori o figli», e specifica: «per il regno di Dio».

Di fronte alla certezza che solo l’Onnipotenza divina rende possibile quella salvezza che è impossibile all’uomo, la sequela totale dei discepoli avrà una ricompensa capace di moltiplicare per cento quanto è stato lasciato, e in aggiunta avrà la vita eterna.

Ma cerchiamo di fare un piccolo passo avanti, nella meditazione.

Ora, se nel vangelo di domenica scorsa Gesù, citando l’in-principio della Genesi, affermava “…l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna” (Mc 10,7 e Gen 2,24), ora, all’inizio della vicenda di Gesù con i suoi discepoli si legge un’affermazione significativamente parallela “…Giacomo e Giovanni lasciarono il loro padre Zebedeo … e andarono dietro a Gesù” (Mc 1,20).

Lasciare i precedenti legami familiari per vivere l’avventura del matrimonio, lasciarli per vivere l’avventura alla sequela di Gesù… un’avventura certamente unica.

Certamente ci ha fatto riflettere la scena del giovane ricco che se ne era andato via col cuore triste.

Una scena che aveva raggelato gli aspiranti discepoli, soprattutto per la riflessione finale di Gesù che, sconfortato, aveva notato come un cuore colmo di bramosia difficilmente riesce a far spazio ALL’AMORE DI DIO, CHE RICHIEDE ASSOLUTAMENTE OGNI SPAZIO DEL NOSTRO CUORE.

Non dimentichiamo che per accogliere l’amore, occorre non avere degli altri amori che seducono e alienano, come il denaro, la ricchezza, il potere.

Chi possiede queste cose non sa discernere quell’AMORE, che chiede accoglienza, perché è già sazio, autosufficiente, che non ha bisogno di altro se non di essere amato.

Spesso anche noi siamo tentati di lamentarci delle nostre condizioni, per lo stesso motivo del giovane ricco.

E questo perché, essere cristiani in questi tempi, su cui grana lo spettro della terza guerra mondiale, non è certo semplice E QUANDO SIAMO TRAVOLTI DALLA LOGICA DI QUESTO MONDO, CERTAMENTE CI È DIFFICILE TENERE ACCESA LA LAMPADA DELLA FEDE IN DIO.

Forse qualcosa del genere lo deve aver provato Pietro dopo aver vissuto di riflesso lo sgomento del giovane ricco.

Perché anche gli apostoli, di fronte a queste affermazioni di Gesù rimangono particolarmente sconvolti e increduli, tenendo conto che per la tradizione ebraica il successo negli affari e quindi la ricchezza erano segni della benedizione di Dio.

Per cui, nel silenzio generale si ode la voce di Pietro “…Signore, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Sicuramente è la generosità di Pietro che indica a Gesù la sua rinuncia e quella degli altri discepoli.

Come a dire “…Signore, non sei solo, noi ti abbiamo seguito, abbiamo lasciato tutto per te, per il Regno, perché crediamo in Te”.

La risposta di Gesù è incoraggiante: seguirlo significa ritrovare cento volte tanto tutto ciò che abbiamo lasciato.

Certamente non si tratta di abbandonare ciò che abbiamo, per avere un premio dell’aldilà, MA DI ACCORGERCI DI QUANTO GIA’ ABBIAMO RICEVUTO.

E si tratta anche di ricordarci sempre che quando un cristiano è attaccato ai beni, È UN CRISTIANO CHE VUOLE POSSEDERE ALLO STESSO TEMPO DUE COSE: IL CIELO E LA TERRA.

La gratuità nel seguire Gesù è la risposta alla gratuità dell’amore e della salvezza che ci dà Gesù.

Quando si vuole andare sia con Gesù sia con il mondo, sia con la povertà sia con la ricchezza, ne viene fuori un cristianesimo a metà, che vuole quel guadagno materiale, CHE IL MONDO VUOLE.

E quel cristiano, diceva il profeta Elia, zoppica su due gambe, perché non sa cosa vuole.

Vuole cioè avere il piede in due scarpe: ED IN TUTTO QUESTO NON C’E’ CHIARAMENTE POSTO PER UNA VITA VISSUTA ALLA LUCE DELLA FEDE IN DIO!

Infatti, se abbiamo preso sul serio il vangelo, mai dobbiamo dimenticare che già da adesso DIO PROVVEDE PER NOI, donandoci una qualità di vita straordinaria, caratterizzata da relazioni significative, da esperienze autentiche…

È come se Dio ci dicesse “…tu adesso dammi tutto, io poi ti restituirò tutto in Paradiso”. Ecco, Fratelli e Sorelle… fare uno scambio del genere significa fidarsi più che ciecamente!

Certamente in questo modo di procedere non c’entra nulla la logica di questo mondo. Ma, se ascoltiamo Dio, già possiamo affermare con verità DI AVER RICEVUTO CENTO VOLTE TANTO RISPETTO A QUELLO CHE ABBIAMO DONATO.

Ci si priva dei beni e si riceve in cambio il godimento del vero bene; ci si libera dalla schiavitù delle cose e si guadagna la libertà del servizio per amore; si rinuncia al possesso e si ricava la gioia del dono.

Quello che Gesù diceva “Si è più beati nel dare che nel ricevere” (At.20,35).

È solo a causa del Vangelo, a causa di Gesù, che è possibile questa “povertà“, perché Gesù con la sua logica di vita ci suggerisce di dare invece di possedere, di donare e di condividere invece di accumulare inutilità.

E dove si dona e si divide il risultato è la moltiplicazione, in modo che tutti abbiano a sazietà. Gesù oggi ci ricorda che quando siamo nella strettezza – ogni strettezza – la via d’uscita è donare a piene mani perché si ha solo ciò che si dona e lo si ha in misura sovrabbondante.

Gesù non comanda nessuna fuga dalle cose di questo mondo, ma semmai un amore ancora più grande di quelli umani, perfino riguardo la propria stessa vita, che pure sono parte della stessa creazione.

SAN BENEDETTO DA NORCIA nella sua Regola dirà «…nulla anteporre all’amore di Cristo» (“Nihil Christo praeponere” Regola 4,21).

Fa eco PAPA FRANCESCO, nella meditazione mattutina nella cappella della DOMUS SANCTAE MARTHAE, martedì, 26 maggio 2015, in cui riprende il discorso della strada da percorrere:

  • Lo «stipendio» del cristiano è «somigliare a Gesù»: non c’è una ricompensa in denaro o in potere per chi segue davvero il Signore, PERCHÉ LA STRADA È SOLO QUELLA DEL SERVIZIO E NELLA GRATUITÀ. Cercando invece un «buon affare» mondano, con «la ricchezza, la vanità e l’orgoglio», ci si «monta la testa» e si dà anche una «contro-testimonianza» nella Chiesa.

Riepilogando, quello che Gesù propone non è tanto un uomo spoglio di tutto, quanto un uomo libero e pieno di relazioni.

Libero, e con cento legami. Come nella risposta a Pietro “…Signore, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, cosa avremo in cambio?

L’uomo avrà in cambio una vita moltiplicata, che certamente si riempie di volti “…avrà cento fratelli e sorelle e madri e figli…

Il Vangelo chiede la rinuncia, MA SOLO DI CIÒ CHE È ZAVORRA. Ovvero di ciò che ci impedisce di prendere il volo.

La ricchezza di Gesù è molto più grande … è quella dello spirito, dell’anima, della fede, della verità.

Bene lo aveva capito “il poverello di Assisi”:

Guardate l’umiltà di Dio,
e aprite davanti a Lui i vostri cuori;
umiliatevi anche voi,
perché Egli vi esalti.
Nulla, dunque, di voi
tenete per voi,
affinché vi accolga tutti
Colui che a voi si dà tutto.

E chiudo con il pensiero di un altro grande santo: SAN FILIPPO NERI:

  • “Buttatevi in Dio, buttatevi in Dio, e sappiate che se vorrà qualche cosa da voi, vi farà buoni in tutto quello in cui vorrà adoperarvi.”

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!