01.02.2024 GIOVEDI’ 4’ SETTIMANA P.A.  B – MARCO 6,7-13 “Prese a mandarli”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 6,7-13

+ In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il Vangelo di oggi continua quanto abbiamo visto nel vangelo di ieri.

Il passaggio per Nàzareth fu doloroso per Gesù, in quanto fu rifiutato dalla propria gente (Mc 6,1-5).

E quella che prima era la sua comunità, ora non lo è più, e a partire da questo momento, come dice il vangelo di oggi, Gesù cominciò ad andare per i villaggi della Galilea per annunciare la Buona Novella (Mc 6,6) e mandare i dodici in missione.

Negli anni 70, epoca in cui Marco scriveva il suo vangelo, le comunità cristiane vivevano una situazione difficile, senza orizzonte.

Umanamente parlando, non c’era futuro per loro. Nel 64, Nerone cominciò a perseguitare i cristiani.

Nel 65, scoppiò la rivolta dei giudei della Palestina contro Roma.

Nel 70, Gerusalemme fu totalmente distrutta dai romani.

Per questo la descrizione dell’invio dei discepoli, dopo il conflitto a Nàzareth, era fonte di luce e di coraggio per i cristiani.

Ed Egli vuole che essi facciano, sotto la sua direzione, l’esperienza di quella che sarà la loro vita di pescatori di uomini.

Egli pensa che essi abbiano capito che ciò che egli ha condiviso con loro non è destinato solo a loro.

L’insegnamento che essi hanno ricevuto non è per un piccolo gruppo di iniziati privilegiati. Un giorno essi dovranno “…andare per tutto il mondo e predicare il vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15).

Questa evangelizzazione deve sgorgare dall’abbondanza del cuore, dal bisogno di condividere le “ricchezze” che hanno ricevuto.

Poiché essi non sono dei propagandisti, ma dei testimoni.

Non sono degli stipendiati, ma dei volontari “…ciò che avete ricevuto gratuitamente, datelo gratuitamente” (Mt 10,8).

Ecco perché il Signore insiste sulla povertà: una sola tunica, un solo paio di sandali, il bastone del pellegrino. Essi devono essere accolti non a causa dei loro abiti eleganti, ma a causa della convinzione che mostrano le loro parole e la loro condotta.

Quanto alla loro sussistenza, ci sarà sempre un credente in ogni città che vi provvederà.

Uno solo è sufficiente, non bisogna andare ogni giorno in una casa diversa.

Non cadano nella tentazione di essere ospiti d’onore ogni giorno in una casa.

Ciò potrebbe distrarli dalla loro missione. Abbiamo sempre la tentazione di farci coccolare…

E se nessuno ci ascolta, è molto semplice: bisogna scrollare la polvere dai sandali e ripartire, a digiuno, verso il prossimo villaggio.

Fratelli e Sorelle, la fede cristiana ha una caratteristica peculiare: DIO SI SERVE DEGLI UOMINI PER ANNUNCIARE LA SUA PAROLA.

Non si rivela direttamente al cuore delle persone, non interagisce nell’animo dei fedeli con rivelazioni e manifestazioni, ma si affida all’annuncio dei suoi discepoli.

Siamo noi ad annunciare il vangelo, noi a renderlo presente, noi a preparare la venuta di Cristo nel cuore delle persone.

Poi, certo, l’esperienza intima di fede, l’incontro con Dio nella preghiera avvengono singolarmente, cuore a cuore.

Ma per preparare questo incontro esiste l’esperienza della comunità.

Per aprire un varco nei cuori, Dio si affida alla testimonianza dei suoi figli, all’evangelizzazione.

E il messaggio della missione è proprio questo: essere testimoni di comunione, del Dio Trinità, che in Cristo ci ha insegnato che si può vivere “insieme” la conversione “dall’IO al NOI

L’annuncio è la testimonianza della comunione che rende credibili le parole che diciamo.

Non dobbiamo contare su strutture organizzative, o autoreferenziali, ma sull’efficacia della Parola: È DIO CHE CONVERTE, NON NOI.

Ma torniamo al testo.

Gesù, come abbiamo visto, allarga la missione ed intensifica l’annuncio della Buona Novella chiamando altre persone per coinvolgerle nella missione.

  • “Chiamò i dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi”.

L’invio dei discepoli avviene “a due a due”:

  • in riferimento alla duplice testimonianza (Dt 17,6 “Colui che dovrà morire sarà messo a morte sulla deposizione di due o di tre testimoni; non potrà essere messo a morte sulla deposizione di un solo testimonio”, oppure Dt 19,15 “Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o di tre testimoni”),
  • sia secondo il consiglio del saggio Qoelet (4,9-12 “9Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. 10 Infatti, se vengono a cadere, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. 11 Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? 12 Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto”),
  • adottato poi anche dalla comunità cristiana di Gerusalemme (At 13,2 “Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati».”).

Gli ordini che Gesù dà ai suoi inviati riguardano, anzitutto, la povertà e la rinuncia: senza alcun aiuto umano, i discepoli hanno come appoggio solo la fede in colui che li manda.

Queste parole condannano il trionfalismo e la ricchezza e impongono la povertà e la discrezione.

L’apostolo non deve usare i mezzi del mondo (denaro, potere e forza) per conquistare l’adesione dei suoi ascoltatori.

Il vero apostolo non compera nessuno e non si lascia comperare da nessuno, e forse, sarà venduto a poco prezzo come il suo Maestro (Mc 14,10-11).

La povertà è una condizione indispensabile per la missione, perchè vivere nella povertà SIGNIFICA AVER FEDE, LIBERTÀ E LEGGEREZZA.

Al contrario, un discepolo appesantito dai bagagli diventa sedentario, conservatore, incapace di cogliere la novità di Dio, abilissimo nel trovare mille ragioni di comodo.

La povertà è fede concreta di chi non confida in se stesso e nei propri mezzi, ma nell’assistenza e nella provvidenza di chi l’ha mandato.

Già nell’Antico Testamento, povertà, piccolezza e impotenza sono i mezzi che Dio sceglie per vincere (1Sam 2,1-10; Es 3,11; 4,10; Gdc 7,2).

Infatti, dice Paolo di Tarso ai Corinti “…Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1Cor 1,27-29).

Questa lezione l’aveva imparata bene Pietro, quando compì il primo miracolo. Egli disse allo storpio “…io non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6).

Se Pietro e Giovanni avessero avuto argento e oro, avrebbero fatto un’opera buona, avrebbero dato dei soldi, MA NON AVREBBERO PENSATO CHE DOVEVANO DARE GESÙ, IL SALVATORE.

Fratelli e Sorelle, ricordiamoci sempre che l’annuncio del vangelo deve sempre essere VISSUTO NELLA POVERTÀ, PERCHÉ PROCLAMA LA CROCE CHE HA SALVATO IL MONDO.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!